Quando c’è la scienza, c’è la salute e quando c’è la salute c’è la sanità

“SANITA’ Vs SALUTE” che si è tenuto venerdì 2 dicembre nel foyer del Teatro Petruzzelli, aveva l’obiettivo di discutere di salute, sanità, ricerca e innovazione. A nostro modo di vedere l’attuazione del diritto alla salute richiede un’organizzazione sanitaria efficiente, fondata sulla ricerca, l’innovazione scientifica e tecnologica.

“SANITA’ Vs SALUTE” che si è tenuto venerdì 2 dicembre nel foyer del Teatro Petruzzelli, aveva l’obiettivo di discutere di salute, sanità, ricerca e innovazione. A nostro modo di vedere l’attuazione del diritto alla salute richiede un’organizzazione sanitaria efficiente, fondata sulla ricerca, l’innovazione scientifica e tecnologica. La gestione sanitaria si sviluppa su un campo di regole nel quale si misurano quotidianamente, anche con conflitti, amministrazioni, operatori del settore e utenti. Molto può essere fatto ancora; in tal senso è necessario che la politica abbia sguardo lungo per immaginare un’organizzazione sanitaria moderna con al centro il cittadino e il suo bisogno di salute. In questo contesto lo spazio per la ricerca fatta per i cittadini appare rimettere al centro il ruolo della scienza. Riportare quanto emerso da questo confronto pensiamo sia utile ad alimentare il confronto su un tema così ampio e delicato proprio perché ha impatto sulle persone.

Dalle parole della senatrice a vita Elena Cattaneo, docente di Farmacologia dell’Università degli Studi di Milano, (autrice del recente libro ‘Ogni giorno. Tra Scienza e Politica’ e biologa di fama mondiale grazie ai suoi studi sulla malattia di Huntington, patologia neurologica degenerativa.) emerge che la ricerca scientifica non ha altro scopo se non quello di garantire il benessere del cittadino. Su questa stessa strada devono procedere anche le istituzioni, legando le loro scelte alle necessità del Paese. Così si è espressa la Cattaneo:

“Non mi stanco mai di ripetere che si deve dare la possibilità alla scienza di affiancare chi è chiamato a prendere decisioni pubbliche. Invece spesso accade il contrario; è successo anche qui in Puglia con la vicenda Xylella, dove gli scienziati che all’Università di Bari e al CNR studiavano come debellarla sono stati indagati dalla magistratura anche perché sospettati di avere introdotto il batterio. Quando le strade di scienza e istituzioni pubbliche si dividono si genera un cortocircuito e chi ne paga le conseguenze è il cittadino».

L’intervento di Nicola Costantino, professore ordinario di Ingegneria Economico Gestionale del Politecnico di Bari – ci ha indicato che i dati statistici confermano che in Italia qualità e durata media della vita si attestano ai livelli più elevati nei confronti internazionali, nonostante una spesa sanitaria, in termini percentuali rispetto al PIL, inferiore alla media europea e statunitense. Ha aggiunto Costantino:

”Preoccupa la deriva culturale, sottolineata dalla professoressa Cattaneo che induce la politica a prese di posizione irrazionali su temi come l’impiego delle cellule staminali, gli OGM e la lotta alla xylella. Un sorta di Medioevo cui va opposto un “nuovo illuminismo” che solo la comunità scientifica può, e deve, proporre con forza”.

Diversa è stata la posizione di Tommaso Fiore, professore ordinario di Anestesia e Rianimazione all’Università degli Studi di Bari che ha affermato:

Da una lettura costituzionale del binomio salute-sanità si è passati allo sviluppo teorico di una contraddizione basata sui concetti di “stili di vita”, da una parte, e di “sostenibilità finanziaria”, dall’altra. In pratica, chi si ammala se l’è andata a cercare e per di più fa spendere soldi. Con buona pace dei determinanti fondamentali della salute (reddito, occupazione, istruzione) il cui studio, insieme all’elaborazione di indicatori di equità, è lasciato a pochi volenterosi sognatori. Intanto avanzano le differenze regionali di assistenza, la cui responsabilità è sbrigativamente attribuita ad incapacità gestionali, ignorando la storia”.

Sul tema della sanità pugliese, alla luce del Piano di riordino ospedaliero, approvato in questi giorni dalla giunta regionale, è intervenuto il commissario straordinario di ARES Puglia Giancarlo Ruscitti che ha affermato che:

Le professionalità nella nostra Regione sono tante e di buon livello, ma occorre apprendere velocemente il valore del “lavorare in rete”, che rappresenta una delle leve con cui le regioni più efficienti riescono a soddisfare i bisogni sanitari e sociosanitari della popolazione residente. Il riordino della rete ospedaliera sarà di stimolo per un’organizzazione territoriale capace di “farsi carico” delle cronicità e della quota crescente di popolazione anziana e al tempo stesso consentire una più consapevole gestione dell’infanzia e dell’età evolutiva. Infine è obiettivo fondamentale perseguire con successo il ricambio generazionale delle nostre professionalità”.

Per vivere in buona salute occorrono condizioni ambientali, climatiche e alimentari sostenibili e un’organizzazione sanitaria in grado di garantire a chiunque il diritto alla salute. Obiettivo che può realizzarsi in presenza di due condizioni: se si riconosce alla scienza, alla ricerca e all’innovazione tecnologica la funzione di leva per la crescita e lo sviluppo delle comunità; se la politica possiede la visione e lo sguardo lungo per immaginare e allestire programmi che abbiano al centro la salute dei cittadini.