Smart Cities, rigenerazione urbana e isole di disconnessione. Le parole chiave di Visibile Vs Invisibile.

La tecnologia da sola non basta. La via maestra per le Smart Cities passa per una necessaria visione di insieme delle aree urbane nella loro interezza e complessità. Questo il messaggio di ‎Visibile Vs Invisibile‬, il secondo appuntamento del ciclo #‎Nextopic, incontri dove gli opposti si incontrano.

La tecnologia da sola non basta. La via maestra per le Smart Cities passa per una necessaria visione di insieme delle aree urbane nella loro interezza e complessità. Questo il messaggio di ‎Visibile Vs Invisibile‬, il secondo appuntamento del ciclo #‎Nextopic, incontri dove gli opposti si incontrano.

Il folto pubblico accorso al Teatro Margherita per assistere all’incontro organizzato dallo Studio legale Nexima ha partecipato con interesse all’appassionato dibattito sul futuro delle città. Ispirati da “Le città invisibili” di Italo Calvino, gli ospiti della serata – Stefano Boeri, Pino Bruno, Stefano da Empoli e Alessandro Zerboni, coordinati dall’avvocato Luca Clarizio – hanno evidenziato quei concetti chiave da cui lo sviluppo urbano non può prescindere: sostenibilità, ambiente, reti e condivisione.

È importante ribadire come l’orizzonte delle Smart Cities sia molto più di una mera prospettiva futura. Una città intelligente è una possibilità concreta e tangibile, a patto che muti l’approccio degli amministratori locali.

Stefano Boeri è partito dall’esperienza del Bosco Verticale a Milano per tracciare la via dello sviluppo urbanistico che ci attende nell’immediato futuro. La rigenerazione urbana è la ricetta per ridisegnare la fisionomia delle città: re-immaginare spazi, sostituire edifici datati ormai inadeguati con soluzioni più efficaci dal punto di vista energetico e ambientale. Biodiversità e sostenibilità sono concetti fondamentali per la sopravvivenza degli ecosistemi urbani.

Dal punto di vista strategico le reti acquisiscono ancora oggi notevole importanza. Poco importa che si parli di infrastrutture tecnologiche o vie di trasporto. Come ha ricordato Stefano da Empoli, una capillare rete di comunicazione viaria fu la chiave del progresso dell’Impero Romano. Oggi, al tempo di Internet, la missione è affinare l’analisi e la conoscenza dell’enorme mole di dati recuperati dalle reti informatiche su ogni aspetto della vita quotidiana, per fornire a tutti – cittadini e amministratori – strumenti che supportino al meglio le decisioni strategiche sul territorio.

Credere che il semplice ricorso alla tecnologia sia di per sé sinonimo di svolta “intelligente” per le città è una tentazione in cui non bisogna lasciarsi indurre, ha sottolineato Pino Bruno. Amministratori lungimiranti devono usare la tecnologia per semplificare e migliorare la vita dei cittadini, secondo i reali bisogni di questi ultimi. Spacciarsi per innovatori e innestare artefatti tecnologici per cercare il colpo ad effetto senza alcuna pianificazione produce reti monche, sconnesse e prive di significato.

Alessandro Zerboni ha raccontato il lavoro che il gruppo Enel sta portando avanti nelle città italiane, tra cui non ultima Bari. La gestione intelligente di distribuzione e consumo di energia elettrica, nonché la realizzazione delle colonnine per la ricarica delle auto elettriche, rientra in questo disegno complessivo. All’interno dell’ambizioso progetto Futur-E è prevista la riqualificazione dell’impianto termoelettrico situato in prossimità del quartiere Stanic.

Nelle città delle connessioni perpetue, ha concluso Boeri, bisogna immaginare spazi di disconnessione dove rifuggire dal costante flusso di informazioni. Affinché l’interconnessione fra persone e oggetti non si trasformi presto da valore aggiunto a incubo del progresso “a tutti i costi”.