Con la “Nuova Normalità”, che segue la fase acuta della pandemia da Covid-19, i contratti di rete possono permettere alle imprese di fronteggiare con maggiori garanzie organizzative gli effetti della crisi economica nonché conservare e migliorare la propria competitività. Attraverso questi strumenti, infatti, soprattutto le piccole e medie imprese metterebbero a fattor comune risorse materiali e immateriali e, quindi, raggiungere gli obiettivi strategici che diversamente sarebbero realizzabili con più difficoltà.
Le Reti di impresa e le norme di riferimento
Il contratto di rete, introdotto nel nostro ordinamento circa un decennio fa (art. 3, comma 4 ter, DL 10.2.2009, n. 5, convertito con L. n. 33/2009) come evoluzione dei Distretti locali (L. n. 317/1991). Con il contratto di rete più aziende perseguono “scopo di accrescere, individualmente e collettivamente, la propria capacità innovativa e la propria competitività sul mercato”.
Ciò può avvenire mediante un contratto di collaborazione (rete-contratto), che non riduce l’autonomia e l’indipendenza delle imprese. Tale modulo non da’ luogo alla nascita di un nuovo soggetto giuridico.
Con la modifica normativa del 2012, l’aggregazione può essere realizzata anche attraverso una rete-soggetto, dotata di soggettività giuridica, di un proprio fondo e di un organo comune. Anche il secondo modulo non lede l’autonomia e l’indipendenza delle imprese.
La disciplina del contratto di rete impone alle aziende partecipanti di individuare gli “obiettivi strategici di innovazione e di innalzamento della capacità competitiva delle società della rete” nonché di definire le modalità concordate per misurare l’avanzamento verso gli obiettivi condivisi.
Ulteriore elemento caratterizzante il contratto di rete è il programma che la rete propone di eseguire e che può concretizzarsi mediante:
1 – lo scambio tra le parti di informazioni o prestazioni (ad esempio, condividendo gli esiti della ricerca ovvero scambiando prodotti dei segmenti di filiera);
2 – la collaborazione in ambiti attinenti all’esercizio delle imprese (come la creazione di un marchio comune nell’ambito dei processi di internazionalizzazione);
3 – l’esercizio in comune di una o più attività che fanno parte dell’oggetto dell’impresa (per esempio, attraverso la condivisione delle piattaforme logistiche e delle attività di ricerca e sviluppo).
I vantaggi delle reti d’impresa
Il fulcro della rete di imprese è il suo “scopo”, mediante il quale le aziende possono ampliare la propria dimensione e ottenere economie di scala, effettuare investimenti nella ricerca e sviluppo, potenziare la funzione marketing e avere, di conseguenza, maggiore impatto sui mercati interni e internazionali. Ma non solo. Il contratto di rete consente alle imprese di condividere, attraverso l’istituto del “distacco”, la propria forza lavoro e altresì accedere ai benefici fiscali rivolti alle aziende che aderiscono al contratto (quali, ad esempio, il “super ammortamento e l’iper ammortamento” previsti nell’ambito del Piano Nazionale Industria 4.0).
Al tempo del Next Normal, pertanto, i contratti di rete consentono, soprattutto alle piccole e medie imprese, di diventare “grandi”.